Ulisse o Asterix? Greco in Piemonte: tracce di influssi ellenici nel dialetto piemontese

Il greco in Piemonte? Nel dialetto piemontese? La domanda farà ridere i tradizionalisti.

La dialettologia tradizionale ha riscontrato o ipotizzato influenze fortissime di Germani e Galli sui dialetti galloitalici.

Molte di queste influenze traspaiono dalle etimologie ricostruite per numerosi termini piemontesi.

Alle parole per cui non sembra rintracciabile una connessione celtica, germanica o latina viene affibbiata l’etichetta di preindoeuropeo o mediterraneo.

L’archeologia, tuttavia, non ha mai trovato tracce di una colossale invasione in cui i popoli indoeuropei avrebbero sostituito preesistenti e misteriosi popoli mediterranei.

Solo al sud, solo dal latino, solo termini dotti?

Apparentemente gli influssi ellenici sono limitati al sud dell’Italia per la parte popolare del lessico.

Altre influenze sono quelle mediate dal latino e quindi comuni a tutte le lingue romanze. Altre ancora sono terminologie dotte diffuse a livello internazionale.

Non stiamo trattando di questo, ma di una vena sottile, rilevabile solo a livello di indizi. Si possono ipotizzare contatti preromani tra la lingua ellenica e la zona compresa tra Pianura Padana occidentale e zone alpine occidentali. Immediato il richiamo alla colonia greca di Massalia, oggi Marsiglia, ma c’è di più.

Ciò che emerge dai dati archeologici con chiarezza è che l’agricoltura è nata nel Vicino Oriente, da lì è passata nei Balcani, partendo dalla Grecia. Da lì, nel corso di millenni si è diffusa in tutta Europa.

In particolare in tutta Italia la prima forma di cultura agricola è chiamata della ceramica impressa cardiale e proviene dall’Egeo.

ceramica cardiale

E’ plausibile quindi che il greco fosse uno degli idiomi parlati molti millenni fa dagli importatori in Italia dell’agricoltura.

Moltissimi termini neolitici, quindi legati a agricoltura, pastorizia, ceramica (principali novità dell’epoca) sono simili in greco e latino. Vista la direzione dell’ondata agricola, presumibilmente sono influenze greche sulla penisola.

In certi casi termini di origine greca sono andati a localizzarsi non in latino, ma nei dialetti occitani, con estensione all’area piemontese, cioè in una zona dove la prima cultura agricola ha lasciato profonde testimonianze.

Greco in Piemonte? Possibili termini neolitici ellenici

Ecco alcuni termini presunti di greco in Piemonte, residui dialettali, mai entrati nella lingua nazionale.

SAGMA, da cui SOMA, SOMARO, SOMET in piemontese, diffuso nell’area provenzale e alpina che si contrappone ad asino. Tale animale non è tipico dell’Europa occidentale ed ha seguito l’ondata neolitica agricola da est ad ovest portando con sè i vocaboli delle culture originarie.

ERCA, da ARCA, cioè la madia, il luogo ove riporre il pane, altro tipico prodotto di origine orientale.

TUF, da TYPHOS, vapore, nebbia, afa, altro termine greco, simile in piemontese e provenzale. Da tale termine potrebbe derivare STOFIA, STOFI, ipotizzando EX-TUF, pensando a chi sbuffa per la fatica.

CALMA, da CAUMA, in greco calore. E’ un termine pastorale, riferito al meriggio, quando nell’ora di massimo calore le mandrie si sistemano nei pianori a ruminare e riposare. Essendo il periodo di minore attività degli animali tale vocabolo è passato ad indicare il sentimento della tranquillità. Anche in questo caso l’allevamento del bestiame e quindi l’introduzione dell’agricoltura da oriente è una condizione necessaria per l’emergere del termine e si evidenzia la connessione greca.

TOMA, termine greco che deriva da TEMNO, tagliare, dividere, riferito al latte che deve essere diviso in sottoprodotti (siero, parte solida da cui nasce il formaggio).

GRIOTA, amarena o ciliegia selvatica. Il termine greco è AGRIOTES e significa precisamente selvatichezza.

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