Un blog è fondamentalmente un diario con idee che possono almeno in parte interessare qualcun altro.
Tuttavia essendo stato svegliato da mia figlia alle cinque (ad essere ottimisti) di mattina della domenica, lascio per una volta alcune idee così come mi si sono presentate al mio cervello in carenza onirica.
Non pretendo di seguire alcuna logica coerente, né di avere alcuno scopo concreto.
Risonanze poetiche anglo-piemontesi
What is there?
Lòn ch’a j’é?
My eye and the night
Me euj e la neuit
Multi nantes in gurgite vasto
Soluzione al mistero del nome Noè nella Bibbia:
si tratta di un enigma insoluto, nelle versioni babilonesi ed ittite pare che il personaggio che costruì l’arca si chiamasse qualcosa come Utanapishtim, decisamente diverso dalla tradizione ebraica.
Non vi è alcun mistero alle orecchie di un piemontese: all’apertura dei rubinetti, Utanapishtim, che era stato preso in giro per settimane per il suo progetto nautico, con spirito di rivalsa e sarcasmo velenoso avrebbe gridato in piemontese agli sfortunati alluvionati:”Noé!”, vale a dire “Nuotate!”
Idee per rinnovare la scrittura: i geroglifici piemontesi
I due o tre personaggi che ancora parlano piemontese dopo avere litigato sull’ortografia della nostra lingua ed ispirati dal successo planetario del cinese, notoriamente scritto con centinaia di segni diversi, hanno deciso per una radicale riforma dei caratteri.
Stabilito il 2012 come anno di introduzione del nuovo sistema, come scherno all’anno precedente tutto dedicato all’Unità d’Italia, si sono valutate le seguenti opzioni:
1) Scrivere alla lombarda, usare i caratteri tipici del tedesco, le vocali con le dieresi e scrivere O e U come in italiano: tutti capirebbero immediatamente, persino un non piemontese potrebbe leggere da subito qualunque testo.
Proposta respinta perché se lo hanno fatto i milanesi noi facciamo diversamente.
2) Utilizzare i caratteri Maya: visto l’anno meglio ingraziarseli.
Proposta respinta perché effettivamente scolpire ogni documento nella pietra è un discreto aggravio di costi.
3) Collegandoci alla tradizione di studi subalpina utilizzare dei geroglifici dal vago aspetto egizio, ma con elementi tratti dalla cultura nostrana.
Siamo in grado di presentare le prime proposte.
Suoni consonantici: si possono disegnare tutti gli oggetti ed azioni rappresentati da monosillabi che iniziano con tale suono.
Suoni vocalici: visto che facevano tanto erudito già prima si è deciso di mantenere accenti, apostrofi, trattini ed altre diavolerie.
Esempio col suono P: a scelta una pagnotta (Pan),un piede (Pe), un segno più (Pi) o un pino (Pin), il fiume Po (Pò) eccetera.
Continuate voi!